Uno spettacolo equestre, una rievocazione storica: è ‘Tancredi e la Rosa d’Oriente – la spada e la rosa‘ che andrà in scena per la prima volta il 20 settembre 2025 a Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo e replicherà nel capoluogo siciliano l’11 ottobre 2025.
A renderne possibile la realizzazione il progetto “Palermo Normanna”, realizzato dal GAL Terre Normanne e finanziato dalla legge regionale n. 3 del 30/01/2025 art. 7 – C. 3 che prevede, tra le altre iniziative, anche l’organizzazione di due rassegne culturali di Teatro equestre.
Il lavoro creativo è stato opera di Mariangela Alagna, che con molta passione ha creato un seguito ideale a ‘Stupor Mundi‘, evento equestre che ha arricchito la stagione a San Giuseppe Jato lo scorso anno.

“Sono 10 anni che organizzo spettacoli equestri nel mio territorio” ci ha spiegato Mariangela, “piccoli all’inizio, poi sempre più strutturati. E strada facendo ho assecondato la voglia di nuovo che sentivo, il desiderio di offrire qualcosa di diverso e un’immagine nuova della Sicilia equestre“.
Cosa ha di speciale questo spettacolo?
“Prende spunto dalla storia vera per ricordare, in modo teatrale, la storia che qui in Sicilia ha unito in un momento di straordinaria fioritura culturale arabi, normanni, bizantini e latini. Che convivono in un equilibrio fragile, ma vibrante di bellezza. In questo ambito il racconto teatrale immagina l’amore proibito tra Tancredi, giovane cavaliere normanno e figlio illegittimo di Ruggero III, e Layla, principessa araba figlia dell’emiro Aziz, sovrano spodestato. Il loro incontro avviene tra i vicoli del mercato palermitano, tra spezie, musiche e cavalli orientali, vera ricchezza e simbolo d’onore del tempo”.
Già immaginiamo un finale pieno di suspence…
“Il loro amore infatti è segreto e cresce nei giardini, tra fontane e profumi d’Oriente. Ma viene scoperto dal fratello di Layla, Amir, che la rinchiude in una torre. Tancredi e i suoi cavalieri la liberano, scatenando uno scontro tra culture e destini. Il duello viene interrotto dall’intervento di Re Ruggero III e di Aziz, che pongono fine all’odio per dar spazio alla pace”.
Una storia inventata, ma non troppo.
“La Palermo del XII secolo era capitale del Regno di Sicilia, fondata dai Normanni su strutture arabe preesistenti. La corte normanna era una delle più raffinate d’Europa, dove arabi, latini, greci e ebrei collaboravano come medici, architetti e poeti. Cavalli orientali e arte equestre erano simboli di potere e bellezza”.
Parliamo del lato più artistico: come avete rappresentato questa storia a metà tra realtà e fantasia?
“Realizzando una narrazione visiva potente che intreccia cavalcate scenografiche e duelli storici, danze orientali e musiche medievali, giochi di fuoco, acrobazie e scenografie. Un ponte tra storia e leggenda, che celebra l’identità multiculturale della Sicilia. Sulla scena anche 30 tra cavalli, muli e asini oltre a un corpo teatrale di cavalieri, amazzoni, figuranti, artisti del fuoco, ballerine orientali che coinvolge un centinaio di persone e tante scuderie siciliane”.
Con una guest star molto speciale.
“Uno dei quadri principali è quello recitato da Francesco Nobile, artista equestre siciliano che ha raggiunto fama internazionale grazie alle sue partecipazioni a Cavalluna, con le sue asinelle: un apporto fondamentale per tutto il gruppo grazie alla sua professionalità e capacità”.

Perché è così che si coltivano gli eventi, gli spettacoli, gli artisti, gli occhi delle persone e il cuore del pubblico: facendo esperienza, cercando di migliorarsi e prendendo esempio da chi ce l’ha fatta a lavorare con i migliori.
